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Mendeleev, Dmitrij Ivanovič.

Chimico russo. Laureatosi presso l'università di Pietroburgo nel 1855, ne fu anche docente di Chimica organica a partire dal 1857. Nel 1859 si recò ad Heidelberg, dove collaborò con R.W. Bunsen in esperimenti sul comportamento dei gas reali per individuare le relazioni tra le forze di coesione e quelle di affinità chimica. Già le sue prime ricerche cercarono di provare, sul piano sperimentale, che il tipo e l'intensità delle interazioni esistenti fra le particelle, responsabili delle caratteristiche chimiche e fisiche di una sostanza, erano determinati dalla massa delle particelle medesime. Nel 1860 partecipò al primo Congresso internazionale dei Chimici che si tenne a Karlsruhe, dove ebbe modo di conoscere le teorie più avanzate in campo chimico e fisico, ed in seguito rientrò a Pietroburgo, dove resse la cattedra di Chimica generale presso l'università. In quegli anni, oltre a coltivare gli studi di chimica a proposito dei fenomeni di solubilizzazione, si adoperò per la modernizzazione del suo Paese, dedicandosi ad iniziative tecnologiche in campi assai vari: irrigazione, navigazione, agricoltura, trasporti ferroviari. Il suo impegno didattico lo spinse alla stesura di un manuale che illustrasse ai suoi allievi le sue convinzioni scientifiche: compose dunque il famoso trattato Principi di chimica (1868), testo base nella formazione dei chimici per tutto l'Ottocento e il primo Novecento. L'attualità di tale opera, però, è tutt'ora insuperata, per quanto riguarda l'esposizione che M. vi fece della legge della periodicità degli elementi (V. ELEMENTO e SISTEMA PERIODICO). Infatti, cercando di rintracciare un criterio che gli permettesse di organizzare con ordine la presentazione didattica degli elementi naturali, M. giunse a collegare le caratteristiche e la capacità di combinazione chimica degli elementi con la loro massa e, dunque, con il loro peso atomico. Utilizzando, per la determinazione del peso atomico, la metodica introdotta da S. Canizzaro, lo scienziato ordinò, in quella che è ora nota come tavola di M., tutti gli elementi chimici conosciuti secondo il peso atomico crescente, a partire dall'idrogeno che è l'elemento più leggero (peso atomico 1,008), fino all'uranio, che ha il peso atomico più elevato (238). Ogni elemento fu inserito in una casella, indicando il suo simbolo, il peso atomico e, accanto al simbolo, un numero (crescente da 1 a 103), detto numero atomico, che segnalava il suo ordine progressivo nella classificazione. Ne risultarono intervalli fissi (detti periodi) costituiti da elementi con analoghe proprietà chimiche e fisiche, che si ripetevano costanti di periodo in periodo. Ogni riga orizzontale della tabella (in tutto sette) rappresentava, pertanto, un periodo e gli elementi omologhi potevano essere osservati in nove colonne verticali. Il primo periodo era formato da due soli elementi (idrogeno ed elio), il secondo e il terzo contenevano ciascuno otto elementi; il quarto, il quinto e il sesto periodo prevedevano due sottoperiodi mentre il settimo periodo era quello delle cosiddette terre rare, costituite dagli elementi compresi fra lantanio e lutezio, i quali hanno proprietà chimiche praticamente identiche. Le prove di validità che M. aveva raggiunto in relazione alla legge periodica gli consentirono, a fronte di irregolarità riscontrate nel comportamento di singoli elementi rispetto alla collocazione progressiva secondo il peso atomico degli elementi noti, di inserire delle "caselle vuote". Con esse si ipotizzavano alcuni elementi ancora ignoti di cui si poteva però prevedere non solo l'esistenza ma, in virtù della posizione assegnata in ottemperanza alla legge della periodicità, anche le principali caratteristiche fisico-chimiche. Tale ipotesi trovò conferma nelle scoperte di nuovi elementi che si verificarono nei decenni successivi: il gallio, lo scandio, il germanio e altri. Degni di nota sono, infine, gli studi condotti da M. a proposito della temperatura assoluta di ebollizione dei gas, quella, cioè, al di sopra della quale un gas, per quanto compresso, non può più essere liquefatto (Tobol'sk, Siberia 1834 - Pietroburgo 1907).